Virgilio poeta
Virgilio poeta latino autore delle Bucoliche, delle Georgiche e dell’Eneide, ricerca sulla vita e sulle opere di Virgilio, il massimo poeta di Roma.
Virgilio poeta latino
Publio Virgilio Marone, conosciuto semplicemente come Virgilio è stato un poeta latino di origini mantovane, considerato l’interprete più completo del momento storico che va dalla morte di Giulio Cesare alla fondazione dell’Impero da parte di Augusto. Fu l’autore di tre delle principali opere di tutta la storia della letteratura romana: le Bucoliche, le Georgiche e l’Eneide. Vengono attribuiti a Virgilio anche una serie di componimenti composti in gioventù noti come Appendix Vergiliana. Alto di statura, di corporatura massiccia ma cagionevole di salute, il poeta mantovano dal carattere schivo e riservato ha esercitato una grande influenza su tutti gli autori occidentali, basti solo pensare che Dante Alighieri scelse proprio Virgilio come sua guida nel viaggio all’Inferno e al Purgatorio nella sua Divina Commedia.
Virgilio poeta biografia
Virgilio nacque il 15 ottobre del 70 a.C. ad Andes ( l’odierna Pietole ), località vicina al fiume Mincio e non distante da Mantova. Frequentò la scuola di grammatica a Cremona, poi si trasferì a Napoli per proseguire gli studi alla scuola di filosofia e qui si avvicinò al circolo epicureo di Sirone. Infine si recò a Roma per completare gli studi presso la scuola di retorica dove conobbe molti poeti e uomini di cultura tra cui Mecenate, che lo introdusse nella cerchia dei poeti della corte di Ottaviano Augusto. Virgilio restò sempre molto legato a Napoli anche perchè nella città partenopea ereditò dal maestro Sirone un piccolo podere dove compose le sue opere più famose. Pubblicate le Bucoliche nel 39 a.C., Virgilio tra il 36 e il 29 a.C. scrisse le Georgiche su suggerimento di Mecenate. Le Georgiche furono presentate e lette ad Augusto direttamente da Virgilio e Mecenate. Augusto rimase piacevolmente colpito dalle Georgiche e decise che sarebbe stato Virgilio a scrivere il poema fondativo di Roma in cui consacrare gli antichi ma sempre attuali valori della romanità: l’Eneide. La stesura dell’Eneide occupa gli ultimi dieci anni di vita del poeta. Virgilio, per perfezionare la redazione definitiva dell’opera, decise di recarsi in Grecia per un viaggio di studio. Mentre si trovava in terra ellenica, ad Atene Virgilio incontrò Augusto mentre stava rientrando in Italia e decise di accompagnarlo. Durante il viaggio di ritorno per mare il poeta cominciò ad accusare i primi malori che peggiorarono velocemente: Virgilio morì a Brindisi il 21 settembre del 19 a.C. In punto di morte, Virgilio ordinò che l’Eneide venisse bruciata perché la considerava incompleta e incompiuta ma la sua volonta non fu rispettata: Augusto fece immediatamente curare l’edizione del poema. Virgilio, il grande poeta, venne sepolto a Napoli, la città tanto amata: l’epitaffio sulla tomba, si dice dettato da Virgilio stesso prima di morire, recita così: “Mantua me genuit, Calabri rapuere, tenet nunc / Parthenope; cecini pascua, rura, duces” ( Mantova mi generò, la Calabria (si intende la Puglia meridionale) mi portò via (la vita), e ora mi tiene Napoli; cantai i pascoli, le campagne, i condottieri”).
Virgilio poeta opere
Le opere principali di Virgilio furono tre:
Bucoliche
Le Bucoliche, composte tra il 42 e il 39 a.C. a Napoli, sono una raccolta di dieci componimenti detti “ecloghe” o “egloghe” di stile bucolico e ambientazione pastorale. Il termine Bucoliche significa “canti dei bovari” e Virgilio riprende temi e ambientazioni della poesia bucolica alessandrina e in particolare del poeta Teocrito. Protagonisti dell’opera sono i bovari, pastori-poeti che cantano immersi nella natura. Nelle Bucoliche la campagna e la natura vengono idealizzate e viste come un mondo semplice in cui poter condurre una vita che segue i ritmi naturali: è evidente la contrapposizione alla città con la sua esistenza caotica e invivibile. Nell’ecloga IV Virgilio allude alla nascita di un fanciullo da parte di una Vergine, un fanciullo che darà inizio a una nuova era cosmica, una specie di nuova età dell’oro: gli interpreti cristiani hanno visto in questo racconto un riferimento alla nascita di Gesù Cristo e questo fatto ha contribuito alla cristianizzazione di Virgilio.
Georgiche
Le Georgiche sono un poema incentrato sul piccolo proprietario terriero romano. Nei quattro libri si parla infatti della coltivazione dei campi, di arboricoltura ( ovvero la coltivazione degli alberi), di allevamento e di apicoltura (infatti le api sono da sempre considerate un simbolo di operosità e di perfetta organizzazione). Il lavoro è il tema principale, tema perfetto per la propaganda di Augusto e per il suo progetto di rinascita sociale e morale. infatti le Georgiche sono un poema didascalico, ovvero un’ opera letteraria che ha l’obiettivo di impartire insegnamenti scientifici e morali con lo scopo di educare e istruire il lettore. Virgilio prende come modello la grande poesia didascalica greca e romana da Esiodo a Lucrezio.
Eneide
L’Eneide è un poema epico latino costituito di dodici libri in cui si narra la storia di Enea, eroe troiano figlio di Anchise e della dea Venere. Enea dopo la caduta della città di Troia riuscì a fuggire e viaggiò per il Mediterraneo fino ad approdare nell’attuale Lazio, diventando il progenitore del popolo romano: infatti da Enea e dalla sua sposa Lavinia discenderà Romolo, fondatore di Roma e primo Re della città. Naturalmente il modello seguito da Virgilio fu Omero e l’opera venne da subito considerata come l’Iliade latina, un’opera monumentale che sanciva l’origine e la natura divina del potere imperiale di Augusto.