Si scrive ciechi o cechi
Si scrive ciechi o cechi, appunto con la grafia corretta e la spiegazione della regola che determina quando è corretto scrivere “ciechi” oppure “cechi”.
Cechi o ciechi?
A chi non è mai sorto il dubbio se utilizzare o meno la “i” per scrivere con la grafia corretta l’aggettivo che definisce una persona non vedente? In fondo questo è uno dei dubbi più frequenti e anche uno degli errori più comuni in cui possiamo cadere, errore che deriva principalmente dalla somiglianza di pronuncia fra i due termini nella lingua parlata.
Quando si scrive ciechi?
Si scrive ciechi, con la i, quando ci riferiamo a persone non vedenti, cioè prive dell’uso della vista. Il termine deriva dal latino caecus e, trattandosi di sillaba tonica (cioè la sillaba su cui cade l’accento), proprio per questo mantiene il dittongo. Ad esempio:
I due uomini sono ciechi dalla nascita.
Quando si scrive cechi?
Si scrive cechi, senza la i, quando ci riferiamo agli abitanti della Repubblica Ceca, che vengono appunto definiti “cechi”. Ad esempio:
Pavel e Milos sono due ragazzi cechi.
Ceco o cieco?
La stessa identica regola vale anche al singolare maschile per determinare la differenza tra un abitante della Repubblica Ceca, un ceco, e un uomo non vedente, ovvero un cieco.
Ceca o cieca?
Non fa eccezione il singolare femminile ma in questo caso la regola è ancora più semplice perchè lo stato si chiama proprio Repubblica Ceca e ceca è anche una donna che vi abita. Invece il termine cieca, con la i, sta sempre ad indicare una persona che non può vedere.
Si scrive ciechi o cechi
Ora che abbiamo visto la differenza di significato fra il termine “ciechi” e il termine “cechi”, per concludere va detto che nella lingua italiana esistono e sono corretti entrambi i termini, stanno semplicemente ad indicare due concetti totalmente diversi: quindi è la grafia del termine a cambiare in base al senso che gli vogliamo attribuire.