Religione anglicana
Religione anglicana, riassunto sulla confessione nata nel 1533 quando il re Enrico VIII decise la separazione della Chiesa d’Inghilterra dalla Chiesa Cattolica.
Religione anglicana significato
Il termine anglicano deriva da ecclesia anglicana, una frase latina che risale al 1246 e significa “chiesa inglese”. Infatti nel latino medievale la parola anglicanus significa anglico ovvero inglese.
Religione anglicana caratteristiche
Una delle caratteristiche fondamentali della religione anglicana è quella di porsi a metà strada tra la religione cattolica e quella protestante, fondendo al suo interno elementi luterani, calvinisti e cattolici. La vera peculiarità che rende unica questa confessione è che per la religione anglicana il rappresentante di Dio sulla terra è il sovrano d’Inghilterra che nomina i vescovi e gli arcivescovi ed inoltre deve concedere quello che si chiama il “royal assent”, il suo consenso alle decisioni della Chiesa.
Book of Common Prayer Anglican Church
The Book of Common Prayer è il libro liturgico ufficiale della religione anglicana. Il primo libro venne redatto dal re Edoardo VI nel 1547 e successivamente modificato in senso più protestante negli anni successivi, fino ad arrivare alla promulgazione definitiva da parte del re Carlo II nel 1662 della versione utilizzata ancora oggi. A partire dal 2000 è entrato in uso anche il Common Worship, una serie di libri di preghiere che raccolgono schemi di celebrazioni più attuali: tuttavia l’unico testo liturgico ufficiale resta il Book of Common Prayer.
Religione anglicana riassunto
Il riassunto sulla religione anglicana deve obbligatoriamente partire proprio dal fondatore della Chiesa Anglicana, il re Enrico VIII Tudor che regnò dal 1509 al 1547. Mosso da motivi personali e dinastici, nel 1533 affermò l’autonomia della Chiesa d’Inghilterra dalla Chiesa di Roma, provocando la propria scomunica da parte del Papa. Infatti proprio Papa Clemente VII aveva rifiutato di annullare il matrimonio del Re con Caterina d’Aragona, la quale non gli aveva dato figli maschi: Enrico VIII reagì facendo varare dal parlamento inglese l’Atto di supremazia (1534), che sanciva l’indipendenza dalla Chiesa cattolica. Il monarca inglese veniva così proclamato capo della Chiesa d’Inghilterra e tra i suoi poteri c’era quello di intervenire nella disciplina interna e di reprimere le eventuali eresie. Gli ordini monastici furono soppressi, i loro beni confiscati e i cattolici che si ribellarono vennero repressi.
La riforma di Enrico VIII era quindi diversa dalla riforma protestante iniziata in Germania da Martin Lutero che era soprattutto basata su questioni religiose e teologiche mentre le motivazioni del re inglese erano state soprattutto politiche, con l’obiettivo di avere nel Paese una Chiesa sottoposta all’autorità della monarchia inglese. Inizialmente la religione anglicana, pur separata da Roma, conservava i fondamenti liturgici cattolici e per questo motivo Enrico VIII combatté ogni influenza del luteranesimo sulla Chiesa che aveva fondato. Edoardo VI modificò invece la linea del padre e durante il suo regno le influenze protestanti si fecero sentire notevolmente soprattutto col Book of Common Prayer da lui fatto approvare: il battesimo e l’eucaristia furono gli unici sacramenti riconosciuti, venne respinto il culto delle immagini e autorizzato il matrimonio dei preti. Successivamente la regina Elisabetta I, a causa dei conflitti suscitati nel Paese dalla questione religiosa, decise in nome dell’unità nazionale di conferire all’anglicanesimo un indirizzo intermedio tra cattolicesimo e protestantesimo.
Le successive evoluzioni della religione anglicana hanno portato alla creazione delle tre correnti presenti ancora oggi: la Chiesa alta, molto vicina al cattolicesimo, la Chiesa bassa, più legata al protestantesimo e infine la Chiesa larga, maggiormente aperta al confronto tra i diversi indirizzi. Oggi la Chiesa anglicana, che ha aperto al sacerdozio femminile, è molto impegnata nell’ecumenismo e nel dialogo con le altre confessioni cristiane.