Nel mare ci sono i coccodrilli riassunto
Nel mare ci sono i coccodrilli riassunto breve e dettagliato del libro di Fabio Geda con la trama e le riflessioni sul romanzo “Nel mare ci sono i coccodrilli”.
Nel mare ci sono i coccodrilli trama
Nel mare ci sono i coccodrilli è il terzo libro di Fabio Geda che racconta la storia di Enaiatollah Akbari, un ragazzino di etnia hazara nato in Afghanistan: la vicenda parte con la fuga dalle persecuzioni dei talebani che porterà Ena prima in Pakistan, poi in Iran, Turchia e Grecia, fino all’arrivo in Italia dove troverà una nuova famiglia senza però scordarsi dell’amata madre.
Nel mare ci sono i coccodrilli storia vera
Nel mare ci sono i coccodrilli è basato su una storia vera, più precisamente sulle interviste fatte dall’autore Fabio Geda a Enaiatollah, il protagonista del romanzo che racconta la sua reale esperienza di vita.
Nel mare ci sono i coccodrilli riassunto breve
Enaiatollah, un bambino di 10 anni di etnìa Hazara, vive in Afghanistan nel villaggio di Nava da dove è costretto a fuggire a causa delle persecuzioni dei talebani. La prima meta è il Pakistan, più precisamente la città di Quetta, dove Ena viene lasciato dalla madre che poi ritorna subito alla propria casa dagli altri due figli. Il protagonista si trova un lavoro e conosce Sufi, un ragazzo con cui parte alla volta dell’Iran. Nel paese iraniano i due ragazzini lavorano come muratori ma dopo un controllo di polizia, per due volte Enaiatollah viene rimpatriato forzatamente in Pakistan. Ena riesce a rientrare in Iran da clandestino e dopo 3 anni parte per la Turchia, ma una volta arrivato a Istanbul intraprende un nuovo viaggio stavolta per la Grecia con altri ragazzini afghani della sua età. Prima giunge all’isola di Lesbo dopo una drammatica traversata in gommone, poi va ad Atene e infine a Corinto, da dove parte in nave per l’Italia.
Giunto a Venezia come clandestino, Ena si reca a Roma e poi a Torino, dove studia e viene preso in custodia dalla famiglia di Marco e Danila.
Alla fine, dopo otto anni di distacco, Ena riesce finalmente a contattare la madre.
Nel mare ci sono i coccodrilli riassunto dettagliato
Enaiatollah è un bambino afgano di 10 anni. Una mattina si ritrovò da solo in Pakistan dove era stato portato dalla mamma dopo mille difficoltà. Suo padre era morto lavorando per un ricco signore, ma il carico del camion che trasportava era andato perduto e Ena doveva esserne il risarcimento. Ad ogni ora del giorno i talebani bussavano alla porta e lui doveva scappare. Ma Ena stava crescendo in fretta e stava diventando troppo grande per la buca in terra scavata dalla mamma in cui riusciva a nascondersi. Un giorno la madre gli disse che dovevano intraprendere un lungo viaggio e lo accompagnò in Pakistan: l’ultima notte, tra le lacrime, la mamma gli accarezzò i capelli e gli fece promettere che sarebbe diventato un uomo per bene, che non avrebbe rubato nè usato droga. E così, mentre si era addormentato, la mamma gli dette l’ultimo bacio in fronte e lo lasciò solo. Quando il mattino seguente si svegliò, Enaiatollah cercò sua madre ma non trovandola chiese notizie al portinaio del dormitorio che gli rispose che la donna era ritornata a casa. Il ragazzino inizialmente ci rimase male ma poi capì che doveva trovare il modo di andare avanti e per prima cosa decise di trovare un lavoro: anche se molto giovane, riuscì a convincere il portinaio ad assumerlo per aiutarlo a gestire l’albergo. Un giorno nel ristorante dell’albergo incontrò un signore che, colpito dalla sua dedizione, gli fece una nuova proposta di lavoro che Ena accettò: il giovane doveva comprargli la merce per poi andarla a vendere per le vie della città. Il giorno seguente Ena si mise a lavorare per le strade del Pakistan e col tempo conobbe un gruppo di ragazzini nelle sue stesse condizioni, senza genitori e lontani da casa, che volevano partire per arrivare in Iran. Col cuore ricco di speranza, Ena si unì a loro e in particolare a un ragazzo di nome Sufi. Dopo una settimana i due ragazzi vennero assunti come muratori ma a causa di un controllo di polizia Ena rischiò di essere rispedito in Afghanistan. Allora il suo amico Sufi, in preda alla paura, decise di andare subito in Iran e Enaiatollah lo raggiunse qualche giorno dopo. Anche in Iran trovarono lavoro come muratori: era un’attività molto faticosa ma ben pagata e il venerdì, nel loro unico giorno libero, come tutti gli altri bambini riuscivano ad andare a giocare al pallone. Enaiatollah conobbe un altro gruppo di ragazzi che gli proposero di andare in Turchia. Lui accettò invece Sufi decise di rimanere in Iran. E così si salutarono nella speranza che un giorno si sarebbero nuovamente incontrati. Per arrivare in Turchia i giovani attraversarono a piedi le montagne vivendo al freddo e con la paura dei lupi per 27 lunghi giorni. Per non essere scoperti dalla polizia si nascosero per tre giorni di viaggio nel cassone di un camion con doppio fondo che li portò in Turchia. Le durissime condizioni del viaggio procurarono dei problemi di salute a Ena, perdipiù in Turchia vissero sotto un ponte e non trovarono lavoro. Così Enaiatollah e i suoi amici partirono di notte con un gommone per raggiungere la Grecia: durante la traversata uno di loro cadde in acqua e vani furono i tentativi di salvarlo. Uno dei ragazzi disse che in mare c’erano i coccodrilli: non sapevano nemmeno come erano fatti quegli animali perchè non li avevano mai visti, ma dai racconti sapevano che uccidevano e divoravano gli uomini. Anche se nessuno credeva che in quel mare ci fossero veramente i coccodrilli, ad Enaiatollah, dopo che aveva visto sparire un amico ingoiato dalle onde, rimase sempre il dubbio. Dopo qualche giorno i ragazzi arrivarono finalmente ad Atene e lì incontrarono un loro connazionale afgano che disse loro che per lavorare in Grecia sarebbe servito “il permesso di soggiorno” ma che non l’avrebbero ottenuto. E così, tristi e con pochissimi soldi, si imbarcarono nuovamente da clandestini su un altro camion senza neppure sapere quale fosse la meta. Arrivarono in Italia, a Venezia, ma Ena era interessato solo a raggiungere Roma. Una volta raggiunta la capitale telefonò al suo caro amico, Pajama, che gli disse di raggiungerlo a Torino. Dopo una lunga passeggiata per la città sabauda, Pajama cercò una sistemazione per Enaiatollah. Ena rimase ospite per tre giorni in una famiglia, poi Pajama decise di chiamare Danila, una donna italiana che lavorava per i Servizi Sociali del Comune, chiedendole di ospitare l’amico. Ena si trovò molto bene a casa di Danila, avendo anche avuto modo di conoscere la famiglia formata da Marco, il marito, e da Francesco e Matteo, i due figli. Dopo alcuni giorni trascorsi serenamente in quella meravigliosa famiglia, Ena trovò un posto all’Ufficio minori stranieri ma quella sistemazione non gli piaceva e dopo un mese chiese nuovamente di poter vedere Danila. Nel corso dell’incontro, Danila, che nel frattempo aveva condiviso con i figli l’intenzione di adottare il ragazzo, chiese ad Ena di tornare a vivere con loro. Ena accettò molto volentieri: eppure, nonostante fosse trascorso molto tempo, il ragazzo non si era mai scordato della madre e le scrisse una lettera, accolta dalla donna con lacrime di gioia. Dopo due anni trascorsi in Italia, Enaiatollah venne finalmente chiamato per il “permesso di soggiorno”: nonostante le istituzioni si siano sempre dimostrate ostili, Ena a Torino aveva trovato una splendida famiglia. Era finalmente giunto il momento di fermarsi, vivere e costruirsi un futuro.
Nel mare ci sono i coccodrilli riflessioni
Il romanzo Nel mare ci sono i coccodrilli porta il lettore a fare diverse riflessioni. Le tematiche trattate nel racconto sono la guerra, l’immigrazione e la vita difficoltosa di ragazzini come Ena ma si trovano descritti anche numerosi valori positivi come l’accoglienza (offerta da Danila e Marco), l’amicizia (di Sufi) e lo spirito di sopravvivenza del protagonista. É un racconto coinvolgente, trattato con la semplicità con cui gli occhi di un giovane ragazzo guardano il mondo, un mondo spesso ingiusto ed egoista ma fatto anche di persone che sanno apprezzare e premiare chi vive sperando e lottando per avere un futuro migliore.