Medea Pasolini
Medea Pasolini il film ispirato alla tragedia greca di Euripide girato da Pier Paolo Pasolini con trama, analisi, riassunto e frasi della Medea di Pasolini
Medea Pasolini film
Medea è un film diretto da Pier Paolo Pasolini nel 1969 basato sulla omonima tragedia greca di Euripide. I due attori protagonisti sono Maria Callas nel ruolo di Medea e Giuseppe Gentile nel ruolo di Giasone. Il film è stato girato in 4 diversi luoghi: all’estero in Siria e nella regione turca della Cappadocia mentre in Italia nelle città di Grado e Pisa, in particolare nella famosa Piazza dei Miracoli.
Medea Pasolini trama e riassunto
La trama della Medea di Pasolini è ispirata alle vicende di Giasone, eroe greco figlio del re di Iolco, e Medea, figlia del re della Colchide e potente maga. Nel prologo del film il centauro Chirone spiega al giovane Giasone l’armonia e l’equilibrio della natura in forma filosofica presentando il personaggio di Medea, la sovrana della Colchide, un territorio dall’altra parte del mondo che ospitava il Vello d’oro, oggetto sacro e mitologico in grado di curare ogni ferita. Medea è una figura di origini divine e quindi legata alla sfera del sacro, è proprio lei la sacerdotessa incaricata di sorvegliare il Vello d’oro. Alla corte del re Eeta, padre di Medea, un giorno arriva Giasone alla ricerca del Vello. Il padre di Giasone era stato il re di Iolco ma era stato ucciso dal proprio fratello, Pelia, il quale gli aveva così usurpato il trono. Pelia, giudicando l’impresa irrealizzabile, aveva promesso a Giasone che se fosse stato capace di consegnargli il Vello d’oro, gli avrebbe restituito il potere. Re Eeta non consegna a Giasone il Vello, sarà Medea, innamorata del ragazzo greco, a rubarlo, tradendo così il proprio popolo. Giasone e Medea fuggono insieme ma il re Eeta lo viene a sapere e si getta all’inseguimento della figlia la quale, pur di rallentarlo, uccide il fratello minore lasciando pezzi del suo corpo lungo il cammino per costringere i soldati a fermarsi. Nonostante la consegna del Vello d’oro, Pelia nega il trono a Giasone e Medea, attraverso un sortilegio, ne provoca la morte. I due fuggono ancora lasciando la Grecia e si rifugiano presso il re di Corinto. Qui Giasone ritrova Chirone, il centauro che lo ha allevato da piccolo: in un dialogo filosofico il centauro fa presente la situazione di Medea, che continua a vivere un conflitto interiore tra l’attuale realtà e la sua vita precedente nella Colchide, una vita scandita da rituali e molto più spirituale. Man mano Giasone, nonostante i figli avuti da Medea, si allontana sempre più dalla ragazza fino a quando non decide di lasciarla per sposare Glauce, la figlia di Creonte re di Corinto. A questo punto Creonte intende bandire Medea dal proprio regno e così la ragazza si ritrova sola, dopo aver tradito il proprio popolo e le proprie origini per amore di Giasone, che l’ha abbandonata. Medea, grazie alle parole delle sue ancelle che la considerano una maga capace di tutto, diventa consapevole della perdita del contatto con gli dei e del suo tragico destino, arrivando a meditare una tragica vendetta: finge così di aver accettato il proprio esilio ma supplica Giasone di tenere i loro figli con sè nel palazzo di Corinto e dichiara di voler regalare il proprio abito da sposa a Glauce, che accetta. L’abito è però intriso di veleno e appena Glauce lo indossa rivede nello specchio non il suo abito da sposa ma tutto il dolore di Medea che comincia letteralmente ad arderla viva. Glauce per fuggire si lancia dalle mura e il padre, al culmine della disperazione, la segue. Ma Medea vuole vendicarsi soprattutto di Giasone e decide quindi di estinguerne la discendenza uccidendo i figli. Dopo aver sacrificato la sua stessa prole, Medea, in preda a una furia incontrollabile, incendia anche la propria casa. Il film si chiude col tentativo di Giasone di riportarla alla ragione, a cui Medea, ormai perduta tra le fiamme, risponde con un’ultima furiosa invettiva.

Medea Pasolini analisi
Con questo film Pasolini riattualizza il mito di Medea, riprendendone abbastanza fedelmente la trama.I due protagonisti rappresentano due logiche inconciliabili: Giasone rappresenta la logica dell’opportunismo e del potere invece Medea rappresenta la logica del sacro. É proprio il desiderio di potere che spinge Giasone a prendere il Vello d’oro, sacro per il popolo della Colchide, e in seguito a ripudiare Medea per sposare la figlia del re di Corinto. Si può anche semplificare dicendo che Medea rappresenta la sacralità del mondo arcaico mentre Giasone incarna il materialismo del mondo industrializzato. Per Pasolini questa contrapposizione è valida anche da un punto di vista socio-politico: nel film si rappresenta metaforicamente anche lo scontro tra il mondo occidentale industrializzato e il Terzo Mondo, ancora legato a una cultura arcaica e primitiva, ma sfruttato dal primo mondo.
Il film insiste sulla necessità che questi due mondi coesistano pacificamente perchè in caso di fallimento entrambi andrebbero a pagare un prezzo altissimo soprattutto in termini di sofferenza. L’unico modo che ha l’umanità per crescere e non distruggersi è quindi quello di coniugare arcaico e moderno, passione e ideologia, sacralità e materialismo, razionalità e irrazionalità.
Una differenza significativa tra il film e la tragedia di Euripide è che, mentre la tragedia si apre nel momento in cui Medea è a Corinto, il film racconta anche l’infanzia di Giasone. Pasolini usa questo espediente perchè sa che il pubblico italiano dell’epoca ignorava in larga parte il racconto, a differenza di quanto avveniva nell’Antica Grecia dove la vicenda di Medea e di Giasone faceva parte del patrimonio di conoscenze orali che tutti possedevano.
Medea Pasolini frasi
Ecco alcune frasi e citazioni famose tratte dalla Medea di Pasolini.
Partiamo con le famose frasi filosofiche pronunciate dal centauro nel film:
“Tutto è santo, tutto è santo, tutto è santo.
Non c’è niente di naturale nella natura,
ragazzo mio, tienitelo bene in mente.
Quando la natura ti sembrerà naturale,
tutto sarà finito. E comincerà qualcos’altro.”
“In ogni punto in cui i tuoi occhi guardano è nascosto un Dio.
E, se per caso non c’è, ha lasciato lì i segni della sua presenza sacra:
o silenzio o odore di erba o fresco di acque dolci.
Eh sì: tutto è santo! Ma la santità è insieme una maledizione.
Gli Dei che amano in un tempo stesso odiano.”
“Per l’uomo antico i miti ed i rituali sono esperienze concrete
che lo comprendono anche nel suo esistere corporale e quotidiano.
Solo chi è mitico è realistico e solo chi è realistico è mitico.
Questo è almeno ciò che prevede questa nostra divina ragione.”
Pasolini si riferisce così ai due protagonisti del film Medea:
“Medea è l’eroina di un mondo sottoproletario, arcaico, religioso.
Giasone è invece l’eroe di un mondo razionale, laico, moderno.
E il loro amore rappresenta il conflitto tra questi due mondi”
Pasolini rilasciò questa dichiarazione riguardo alla scelta di far interpretare nel film il personaggio di Medea a Maria Callas:
“Lei (la Callas) appartiene a un mondo contadino, greco, agrario, e poi si è educata per una civiltà borghese.
Dunque in un certo senso ho cercato di concentrare nel suo personaggio la complessità di Medea”