Il male di vivere Montale analisi

Il male di vivere Montale analisi, testo e riassunto della poesia “Spesso il male di vivere ho incontrato” di Eugenio Montale con parafrasi

Spesso il male di vivere ho incontrato

Spesso il male di vivere ho incontrato è una poesia di Eugenio Montale pubblicata nel 1925 e contenuta nella famosa raccolta Ossi di seppia. Nel dettaglio, la poesia è stata composta da Montale tra il 1922 e il 1924 ed è la numero 7 della sezione Ossi di seppia.

Spesso il male di vivere ho incontrato testo

Spesso il male di vivere ho incontrato:
era il rivo strozzato che gorgoglia,
era l’incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato.

Bene non seppi, fuori dal prodigio
che schiude la divina Indifferenza:
era la statua nella sonnolenza
del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.

Spesso il male di vivere ho incontrato parafrasi

Ho incontrato spesso il male di vivere:
era il ruscello strozzato (che fatica a scorrere per la ristrettezza delle sponde) che gorgoglia,
era la foglia accartocciata e bruciata,
era il cavallo stramazzato a terra dalla fatica.

Non ho mai conosciuto il bene, se non quello
concesso da una divinità indifferente alle cose umane:
esso era la statua immobile in un silenzioso pomeriggio,
esso era la nuvola,
esso era il falco che vola alto nel cielo.

Il male di vivere montale analisi

La poesia è composta da due parti: nella prima quartina il poeta esprime il “male di vivere”, ovvero la realtà sperimentata nella sua stessa vita. Nella seconda metà Montale parla del limitato “bene” che ha avuto modo di conoscere, che rappresenta una via di fuga trovata nell’Indifferenza.

Il male di vivere Montale analisi

Spesso il male di vivere ho incontrato analisi

Continuando nell’analisi di Spesso il male di vivere ho incontrato si può dire che il tono emotivo della poesia è neutro e pacato, tipico della poetica di Montale. Prevale il tono logico e razionale del messaggio. In particolare si nota l’indifferenza emotiva del poeta che esprime senza dubbi il suo pessimismo razionale. il tono è razionale e non particolarmente cupo, il poeta si limita ad osservare la natura con distaccata lucidità.

Secondo Montale per vincere il male di vivere è necessario il distacco dalle cose terrene e a questo riguardo il poeta porta tre esempi: la statua fredda e immobile che si staglia in un silenzioso pomeriggio, la nuvola nel cielo, il falco che vola alto nel cielo con distaccata sovranità.

Spesso il male di vivere ho incontrato riassunto

Il tema della poesia è il male di vivere, costituito dalla sofferenza e dal dolore che tormenta tutti gli esseri viventi. Tre sono gli esempi utilizzati dal poeta per rappresentare il male di vivere: il ruscello strozzato che gorgoglia perchè riesce a scorrere con difficoltà, la foglia che si accartoccia una volta secca e il cavallo che cade violentemente al suolo stroncato dalla fatica. Invece nella seconda parte della poesia, con un paradosso, Montale sviluppa il tema esattamente all’opposto, ovvero il “bene”, cioè il modo di vincere il male di vivere. Montale spiega che si può superare il male di vivere con la divina Indifferenza, di cui fornisce tre chiari esempi: la statua immobile nella calura del meriggio, la nuvola inconsistente e il falco che vola alto nel cielo, indifferente e distaccato.