7 Re di Roma
7 re di Roma da Romolo a Tarquinio il Superbo, elenco, storia e opere dei 7 Re che governarono Roma dalla fondazione nel 753 a.C. al 509 a.C.
7 re di Roma origini
Il primo dei 7 Re di Roma fu Romolo che fondò Roma il 21 aprile 753 a.C. La città fu retta da un governo monarchico per i primi 250 anni della sua storia, monarchia che venne poi sostituita dalla fondazione della Res Publica nel 509 a.C. quando una rivoluzione popolare cacciò Tarquinio il Superbo, settimo e ultimo re della città. La monarchia romana viene divisa in due periodi: nel primo governarono i quattro re di origine Latina o Sabina ovvero Romolo dal 753 a.C. al 716 a.C., Numa Pompilio dal 715 a.C. al 673 a.C., Tullo Ostilio dal 673 a.C. al 641 a.C., Anco Marzio dal 640 a.C. al 616 a.C. In questo primo periodo anche il senato e le assemblee popolari avevano un ruolo importante nel governo della città. Il secondo periodo è invece legato agli ultimi tre re di origine Etrusca, ovvero Tarquinio Prisco dal 616 a.C. al 578 a.C., Servio Tullio da 578 a.C. al 535 a.C., Tarquinio il Superbo dal 535 a.C. al 509 a.C. Quest’epoca fu invece caratterizzata dalle personalità più autoritarie ed egocentriche degli ultimi re di Roma.
7 re di Roma elenco
1 – Romolo
Mitico fondatore della città e primo Re di Roma fu Romolo, figlio di Rea Silvia ( quindi discendente di Enea) e del dio Marte. La leggenda narra che il 21 aprile 753 a.C. Romolo tracciò il Pomerio, il confine sacro della città, e uccise suo fratello Remo che, armato, aveva superato con disprezzo il confine. Una città senza cittadini non avrebbe però avuto senso e per questo Romolo invitò esiliati, criminali e schiavi fuggiti a unirsi a lui per popolare la nuova città. Restava però il problema delle donne così il Re organizzò il Ratto delle Sabine ovvero il rapimento delle donne Sabine. Fondò la Curia, cioè il Senato inizialmente formato dai cento Patres nominati dal re. Inoltre bonificò tutta la zona del Campidoglio e iniziò la costruzione del Foro, ossia quello spazio che sarebbe col tempo diventato il centro politico, economico e religioso della città. Infine secondo la tradizione, dopo 40 anni di regno, Romolo venne assunto in cielo durante una tempesta e successivamente fu divinizzato e venerato col nome di Quirino.
2 – Numa Pompilio
Successore di Romolo, Numa Pompilio istituì il calendario e i principali collegi sacerdotali dando la prima importante organizzazione religiosa alla città. La leggenda narra che la riforma religiosa venne dettata al re dalla Ninfa Egeria che Numa Pompilio incontrava nel bosco delle Camene. Nel corso di queste passeggiate la ninfa s’innamorò del re e i due si sposarono. Il regno di Numa Pompilio fu pacifico, il re non intraprese nessuna guerra ma si dedicò principalmente ad attuare riforme religiose e cambiamenti istituzionali.
3 -Tullo Ostilio
Il terzo dei 7 Re di Roma fu Tullo Ostilio, un re guerriero che diede a Roma l’egemonia sulle popolazioni circostanti e che riuscì a conquistare Albalonga, all’epoca la più grande città della zona: si tratta del mitologico duello fra i tre fratelli Orazi , per i Romani, e i tre fratelli Curiazi per gli Albani. Inizialmente i Romani furono subito messi in difficoltà perchè nel primo scontro due dei fratelli Orazi furono uccisi. A quel punto l’unico superstite iniziò a correre facendo finta di scappare: i Curiazi lo inseguirono ma fu lui a vincere il duello eliminando gli avversari uno a uno nell’ordine in cui lo raggiungevano. Il mito racconta che dopo 32 anni di regno passati esclusivamente a combattere, Tullo Ostilio trascurò di omaggiare gli Dei che per punizione gettarono una terribile pestilenza sui Romani e sullo stesso sovrano. A quel punto il re invocò Giove per ottenere la guarigione, ma per tutta risposta il Dio scagliò un fulmine che bruciò il re e la sua casa.
4 – Anco Marzio
Anco Marzio, quarto dei 7 Re di Roma, si dedicò all’espansione territoriale della città. Secondo la leggenda fondò la colonia di Ostia e promosse diverse opere pubbliche, come ad esempio il ponte Sublicio, primo ponte di legno sul Tevere. Dotò la città di Roma del suo primo scalo portuale, il Porto Tiberino sul fiume Tevere. Pur essendo un guerriero, ristabilì le cerimonie religiose placando così l’ira degli Dei.
5 – Tarquinio Prisco
Con Tarquinio Prisco, quinto dei 7 Re di Roma, iniziò l’epoca dell’influenza etrusca sulla città, epoca che terminò con la cacciata del settimo e ultimo re e l’instaurazione della Repubblica. Lucio Tarquinio Prisco continuò e vinse le guerre iniziate dai predecessori, rifornendo le casse della città di molto oro. Con tutte queste risorse economiche a disposizione, il Re diede inizio alla costruzione di diverse opere architettoniche tra cui il Circo Massimo, il Foro Boario, il Tempio di vesta e il Tempio di Giove Capitolino.
6 – Servio Tullio
Servio Tullio, sesto Re di Roma, modificò radicalmente lo stato sociale Romano introducendo il principio del censo: da quel momento fu il censo a determinare i diritti e i doveri e non l’origine delle genti e delle famiglie che abitavano la città. Il re divenne noto anche per la costruzione di una nuova cinta di mura urbane che circondava i sette colli di Roma (dette appunto Mura Serviane) e per aver fatto erigere il Tempio di Diana sul Colle Aventino. Il Re venne ucciso da Lucio Tarquinio (che diverrà successivamente Re col nome di Tarquinio il Superbo) con l’aiuto di Tullia minore, figlia proprio di Servio Tullio.
7 – Tarquinio il Superbo
Lucio Tarquinio, l’ultimo dei 7 Re di Roma, prese il potere con la forza uccidendo il predecessore e senza essere eletto dal senato o dal popolo: per questo venne definito Tarquinio il Superbo. Governò con la forza imponendo un regime totalitario e smantellando lo stato sociale inimicandosi tutta la cittadinanza, dai Patrizi ai Plebei. Crudele coi suoi cittadini, fu però un buon guerriero: la leggenda narra che durante l’assedio della città di Ardea, il figlio di Tarquinio il Superbo violentò la moglie di Lucio Tarquinio Collatino. La donna, per l’affronto subito, si tolse la vita. A quel punto il marito Collatino si recò a Roma insieme al padre Tricipitino e all’amico Lucio Giunio Bruto. Appena i tre uomini in città, Lucio Giunio Bruto parlò ai Romani radunati nel Foro e il suo discorso fu talmente convincente che i Romani decisero di ribellarsi e di rovesciare la monarchia, cacciando il re Tarquinio il Superbo e i suoi figli. A Roma terminava così la monarchia, che fu abolita e sostituita dalla Res Publica.